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Ho iniziato il primo anno al classico e ho avuto ripetuti episodi di ansia…

Salve. Vorrei condividere degli episodi che mi stanno accadendo di recente. Ho iniziato da poco il primo anno del triennio al classico e questo è stato accompagnato da ripetuti episodi di ansia.
Spesso sto male, anche fisicamente, come fitte forti allo stomaco, mancanza di respiro o giramenti di testa, o sensazione di stare per svenire.
Questi episodi per me sono sempre stati normali, ma ultimamente ho spesso il bisogno di fare qualcosa che mi dà fastidio o mi spaventa.
Ad esempio, soffro di vertigini ma da mesi ho la tentazione di guardare giù dalla finestra e ho cominciato a farlo nonostante la paura, guardando gradualmente sempre più in basso e sporgendomi sempre di più.
Anche solo il pensiero di farlo mi terrorizzava ma non riuscivo e non riesco tutt’ora a smettere di pensare all’idea di guardare in basso, e mi veniva l’impulso di farlo quasi per sfizio, per aver la soddisfazione di averlo fatto.
Questo è accaduto anche con altri episodi più quotidiani, come grattare sulla carta o sulla lavagna, pensare al tagliarmi con un coltello anche se io solo pensarci mi fa star male per l’ansia.
È probabile che questi siano unicamente miei problemi ma sinceramente mi spaventa molto questa necessità di guardare sempre più in basso e ho paura di buttarmi di sotto per guardare più giù.
Mi piacerebbe sentire l’opinione di esperti.

Lorenza, 15 anni



Cara Lorenza,
l’ingresso alle superiori è un momento di passaggio carico di tensioni e timori, aumenta il peso delle aspettative, delle richieste non solo scolastiche ma anche sociali. Entrerò mai nel gruppo? Sarò all’altezza? Dovrò sostenere l’attenzione degli altri nei corridoi affollati? Riuscirò a stare al passo con il programma e con le aspettative dei professori e dei miei genitori? Supererò il mio giudizio, il bisogno in questo mondo di essere perfetti e precisi?…
Questi possono essere solo pochi dei tanti dubbi che voi ragazzi ci raccontate in questo momento di passaggio. L’ansia è sicuramente un compagno di viaggio fedele, e se prende il sopravvento immobilizza, toglie il fiato, impedisce di stare nelle relazioni, intralcia la concentrazione e la memoria per cui mira a sottolineare tutti questi aspetti negativi che rinforzano una scarsa stima di se stessi.
Hai fatto una connessione molto interessante, quando dici che questo bisogno incondizionato di superare le paure sempre esporti ancora di più a dei rischi, come buttarti giù, o ferirti in qualche modo.
Come nelle condotte autolesive il bisogno di ferirsi, farsi mare,  serve a mettere in secondo piano la sensazione di vuoto, di angoscia che si prova.  Alzare la percezione sensoriale, sfidare il limite estremo, fare i conti con l’adrenalina pura è un pò come “sentirsi vivi” e uscire da quel senso di appiattimento.
Tutte queste immagini da te descritte ci sembrano più una richiesta di aiuto, di accogliere questo bisogno strano che sembra esporti a pericoli importanti. Hai mai parlato con qualcuno di cui ti fidi di questi vissuti? Magari confrontarsi con amiche, o figure adulte di riferimento può aiutarti a trovare altre strategie per arginare i tuoi timori o darti più sollievo.
Ormai in ogni liceo trovi uno sportello di ascolto psicologico, che è uno spazio gratuito messo a disposizione per voi ragazzi per poter liberamente parlare dei vostri vissuti emotivi. E’ uno spazio neutro, privo di giudizio, che può magari aiutarti a comporre per quel significato che stai cercando.
Hai fatto già delle correlazioni importanti, hai tante risorse, confrontarti con un esperto ti aiuterebbe a trovare degli strumenti più funzionali a gestire il carico di ansia.
Facci sapere cosa ne pensi e torna a scrivere qualora ne sentissi il bisogno.
Un caro saluto!